
"Hanno ideologizzato la Chiesa e tutte le ideologie allontanano le persone. Il maggior abbandono di cattolici si è verificato dopo questa ideologizzazione.
Immagini andare in chiesa in cerca di conforto spirituale e sentire un sacerdote
parlare di politica. Questa politicizzazione della chiesa ha fatto sì che tempo fa io mi allontanassi. Oggi se sento un sacerdote parlare di politica, me ne
vado immediatamente"
Beh insomma leggevo questo articolo che ha scritto l'anno scorso e riflettevo sulle ultime notizie che arrivano dal Vaticano a proposito dei tanti casi di pedofilia coperti negli anni. Ad un certo punto Casaldaliga cita il Cardinal Martini, ex arcivescovo di Milano e Gerusalemme, "mio collega di parkinson" come lo chiama lui, che nel suo ultimo libro dice:
“Un tempo avevo sogni sulla Chiesa. Una Chiesa che procede per la sua strada in povertà e umiltà, una Chiesa che non dipende dai poteri di questo mondo. Sognavo che la diffidenza venisse estirpata. Una Chiesa che dà spazio alle persone capaci di pensare in modo più aperto. Una Chiesa che infonde coraggio, soprattutto a coloro che si sentono piccoli o peccatori. Sognavo una Chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni”
E' triste se una persona di grande intelligenza traccia un bilancio così deprimente della sua vita passata al servizio della chiesa...
Nell'omelia di Pasqua il papa non ha fatto accenno alle ultime vicende, in compenso un qualche suo servo di cui non ricordo nome e funzione ha definito "meschino pettegolezzo" le accuse fatte da vari giornali e inchieste. Il vaticano reagisce proprio come Berlusconi quando le prove lo accusano, invece di portare una difesa che entri nell'oggetto delle accuse stesse, dice che è un complotto dei giudici (comunisti) o della stampa (comunista) contro di lui. Così si continua sulla stessa linea: "l'importante è che non si sappia per evitare lo scandalo", dimenticandosi delle vittime di tutti questi abusi e ricreando lo stesso schema psicologico che avviene negli stupri, in cui la vittima si sente in qualche modo colpevole di ciò che è accaduto.
Come cristiano e cattolico e persona che lavora nel sociale mi chiedo il perchè di questa posizione e mi piacerebbe che la "mia" chiesa per una volta mettesse in discussione i suoi concetti (e pre-concetti) e non gridasse al complotto come un berlusconi qualunque. invece leggo dichiarazioni vomitevoli come questa, fatta a "Il Messaggero" di monsignor Gianfranco Girotti che è reggente della Penitenziaria Apostolica (che non è un carcere del Vaticano come pensavo, ma - riporto da wikipedia - "l’organo che da secoli, secondo i dettami del Vaticano, “elargisce grazie, assoluzioni, dispense, commutazioni, sanzioni e condonazioni. E, inoltre, esamina e risolve i casi di coscienza che le vengono proposti”.)
Un penitente che si è macchiato di un delitto simile (pedofilia, ndr), se è pentito sinceramente, lo si assolve. E’ chiaro che dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica“.
Parole illuminanti e assolutamente credibili, se rilette alla luce dei particolari emersi a proposito dell’atteggiamento dei piani alti delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti dei prelati responsabili di abusi e violenze su minori; per Girotti, infatti, non esiste neppure la remota possibilità che un uomo di Chiesa si senta in dovere di denunciare un “collega” pedofilo alle autorità giudiziarie dello Stato.
“Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata”.
Ma se un qualsiasi prelato può assolvere un fedele o un uomo di Chiesa responsabile di violenze su minori indifesi, lo stesso non può fare con una donna che ha abortito, a meno che non riceva “una dispensa speciale” dal vescovo.
“L’aborto viene considerato un peccato riservato, diciamo speciale. Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c’è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?”.
Forse, caro il mio penitenziario, più fragile di un embrione, c’è la vita di un bimbo indifeso, una vita violentata per sempre dall’agire di uomini che liberano così le loro frustrazioni, ricevendo poi l’assoluzione della Chiesa o il silenzio complice di loro "simili" che altrimenti - mamma mia! - romperebbero il sigillo penitenziale, aiuto aiuto!!!!
Nello stesso articolo in cui cita Martini, Casaldaliga dice:
L’autorità sia servizio. Il Vaticano smetterà di essere Stato e il papa non sarà più capo di Stato. La Curia dovrà essere profondamente riformata e le Chiese locali coltiveranno l’inculturazione del Vangelo e la ministerialità condivisa. La Chiesa si impegnerà senza paura, senza evasioni, nelle grandi cause della giustizia e della pace, dei diritti umani e dell’uguaglianza riconosciuta di tutti i popoli.
Se volete leggere qualcosa di Dom Pedro Casaldaliga vi consiglio un bellissimo libro che mi ha fatto conoscere Giustina (che è amica di don Pedro e tramite la quale spero di poterlo conoscere), "Cartas marcadas", tradotto in italiano con "In cerca di giustizia e libertà. Antologia di scritti" edito da EMI
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