Come forse saprete il presidente Lula non può più candidarsi avendo già completato due mandati, ma la sua presenza e il suo carisma nella campagna elettorale sono stati molto presenti, tanto che la candidata designata dal PT Dilma Rousseff è stata attaccata dall'opposizione durante tutta la campagna proprio con l'accusa di essere semplicemente l'ombra di Lula. E' stata una campagna lunga e con toni a volte aspri, a volte più amichevoli, con tre dibattiti televisivi stile americano che in realtà non hanno detto molto, all'insegna del understatement e del politically-correct: molto più "piccanti" le dichiarazioni dei candidati durante i mesi passati, dove non sono mancate offese e bordate.
Per me è stato incredibile vedere come la stampa nella quasi totalità, e soprattutto la potentissima TV Globo, fossero molto chiaramente contro Lula e Dilma e abbiano appoggiato senza mezzi termini il candidato dell'opposizione Josè Serra, con articoli e editoriali molto duri contro il governo. Ma nonostante tutto la gente sembra già averefatto la propria scelta e dopo i primi mesi in cui i sondaggi davano in leggero vantaggio Serra, ora sembra che Dilma possa vincere addirittura al primo turno.
Molto dipenderà da tre fattori:
- Il fattore Sud: la parte più sviluppata e ricca del Brasile tradizionalmente vota contro il PT, considerato un partito di estrema sinistra e con politiche a danno della classe media: Rio Grande Do Sul, Paranà, Santa Catarina, Minas Gerais sono gli stati dove i candidati si sono più impegnati a fare campagna per cercare di convincere la gente alternativamente a non lasciare il paese in mano a una banda di populisti comunisti amici di Chavez oppure mostrando i numeri di crescita economica e di potere di acquisto della classe media negli ultimi anni. Uno dei politici più popolari del sud, il governatore di Minas Gerais Aecio Neves, nipote dell'ex presidente Tancredo Neves, è stato in predicato di essere prima il candidato dell'opposizione, poi il vice di Serra, carica in realtà che mal si adattava al suo ego un po' berlusconiano, ma alla fine è rimasto fuori dai giochi e questo potrebbe rivelarsi un autogol per il PSDB, il partito di opposizione. Negli ultimi giorni la stampa riportava dell'intenzione di Neves di fondare un suo partito.
- Il fattore San Paulo: sarebbe solo una città, ma con i suoi 20 milioni di abitanti è come se fosse uno stato nello stato. Capitale economica e culturale del Brasile, San Paulo è sempre stata feudo del PSDB, tanto che Josè Serra, paulista, è stato prima prefetto (sindaco) e poi governatore della città. Se Serra farà il pieno di voti qui, come sembra, potrebbe avere qualche chance per il secondo turno.
- Il fattore Marina: questo potrebbe essere il vero ago della bilancia capace di cambiare le cose: la candidata del Partito Verde (PV) Marina Silva, il terzo incomodo. Chiaramente non ha nessuna possibilità di vincere, nè di arrivare al secondo turno, ma saranno decisivi i voti che prenderà al primo turno. All'inizio della campagna la sua percentuale variava dal 2 al 4%, ma gli ultimi sondaggi la danno al 12% (che è già un successo notevole, considerata la crescita in pochi mesi), una percentuale che potrebbe dare fastidio, soprattutto a Dilma: gli elettori di Marina sono infatti principalmente giovani o militanti del PT delusi dalla "borghesizzazione" del partito e dai vari scandali che hanno caratterizzato questi anni di governo.
Vediamo rapidamente chi sono i tre duellanti:

Nel 2009 ha rivelato di avere un cancro al sistema linfatico, curato con chemioterapie (ha usato una parrucca per qualche tempo) e oggi completamente guarito.
Famosa per il suo temperamento forte, è accusata di "aver fatto piangere" il presidente dell'azienda statale petrolifera José Sérgio Gabrielli, dopo una scenata al telefono.
Dilma dice di se stessa: "Non è il mio carattere a essere difficile, lo è la mia funzione. Io devo risolvere problemi e conflitti. Non ho un momento di riposo. Non sono criticata perché sono dura, ma perché sono donna. Sono una donna dura, circondata da uomini morbidi".
Ha un blog ufficiale su internet
Punti forti:
- Gli ottimi risultati economici e sociali del governo
- Il carisma e la popolarità di Lula di cui si presenta come successore
- Poca esperienza di gestione politicaIl carattere duro e freddo, ben diverso da Lula
- L'ombra di Lula da cui è difficile smarcarsi
Josè Serra: Nato a San Paolo nel 1952, figlio di un immigrato calabrese analfabeta, Francesco Serra, di Corigliano Calabro (il paese di Gattuso) e di Serafina Chirico, anche lei calabrese. Cresciuto a Mooca, il tradizionale quartiere italiano di San Paolo, ha fatto il fruttivendolo, come il padre, ma grazie ai sacrifici dei genitori ha potuto iscriversi alla facoltà di Ingegneria Civile dove ha conosciuto i movimenti studenteschi, prima iscrivendosi alla JUC (Juventude Universitaria Catolica) e poi a Açao Popular, un movimento di sinistra con l'appoggio del quale fu eletto presidente dell'Unione Nazionale degli Studenti. Appoggiando apertamente il presidente riformatore Joao Goulart, dopo il colpo di stato militare, Serra fu costretto all'esilio, primain Bolivia, poi a Parigi. Tornato clandestino in Brasile cercò di riorganizzare AP ma in seguito all'ondata di arresti si rifugiò in Cile, dove rimase per 8 anni, concludendo gli studi, conoscendo e sposando la psicologa Sylvia Mónica Allende Ledezma (la coppia ha 2 figli) e lavorando come economista nel governo Allende. Dopo il colpo di stato di Pinochet si impegnò per far fuggire molti perseguitati, per questo fu arrestato e condotto nel famigerato Stadio Nacional di Santiago, da dove fu fatto fuggire da un militare, poi fucilato. Serra si rifugia per 8 mesi nell'ambasciata italiana e poi negli USA dove completa il dottorato alla Cornell University. Tornato in Brasile nel 1977, appoggia la carriera politica di Fernando Henrique Cardoso, che aveva conosciuto in Cile, e che sarà negli anni '90 presidente. Membro dell'Assemblea Costituente dell'1988 nella Commissione Tributaria, ha creato l'assicurazione per la disoccupazione (il nostro assegno di disoccupazione),il fondo finanziario per l'aiuto alle zone più povere del brasile (una specie di cassa del Mezzogiorno) ed ha criticato la Zona Franca di Manaus. Uno dei fondatori del PSDB (Partito Social Democratico Brasiliano), viene eletto deputato federale e poi senatore, tentando però senza successo varie volte l'elezione a sindaco di San Paolo. Nominato ministro delle finanze ha creato il programma "Brasil em Ação", un pacchetto di opere in partnership tra governo centrale e governi statali. Ma è come Ministro della Salute che fa le cose migliori: il programma di lotta all'AIDS è copiato in tutto il mondo e riceve una menzione speciale dall'ONU e inventa il concetto di medicinali generici a basso prezzo e a dispetto dei brevetti internazionali, cosa che gli costa molte critiche a livello internazionale.
Si candida a presidente nel 2002 ma perde contro Lula. Nel 2004 finalmente riesce a essere eletto sindaco di San Paolo e durante il suo mandato si concentra soprattutto sulla riforma del sistema scolastico, una delle sue priorità anche nella campagna presidenziale. Dopo l'annuncio della sua candidatura i vari partiti che appoggiano Serra hanno litigato per un po' prima di scegliere il vice, scelta poi caduta a sopresa sul semisconosciuto deputato di Rio de Janeiro Indio Da Costa
Senza il carisma di Lula, Serra è un politico di stile europeo, molto professionale e competente, il suo problema è troversi a competere con l'eredità dell'uomo più popolare e amato del Brasile. E' stato difficile anche pensare ad una strategia di campagna elettorale, di fronte agli indiscutibili successi del governo. Purtroppo ad un certo punto, forse per disperazione, è stata scelta la via dell'attacco ad personam contro Dilma (Lula è inattaccabile, non se ne può parlare male), una strategia molto discutibile.
Punti forti:
- Le ottime cose fatte come prefetto di San Paolo nel campo dell'educazione e delle infrastrutture
- L'esperienza di governo
- L'appoggio della classe media del sud e di San Paolo
- Mancanza di carisma
- La difficile battaglia contro la figura carismatica di Lula
- I successi del governo precedente

Marina è la classica candidata alternativa, che piace ai giovani e ai radical chic di sinistra, con moltissima campagna fatta con internet e le reti sociali, ma che non ha i mezzi e l'appeal per poter pensare a nulla più che un buon risultato al primo turno. Ho sentito molti che voteranno Marina al primo turno e Dilma al secondo.
Punti forti:
- Candidata nuova, fuori dagli schemi della politica tradizionale
- Può raccogliere i voti degli elettori di sinistra delusi dal PT
- E' una delle poche del Nord, un bacino di voti piccolo ma significativo
- Non ha nulla da perdere perchè parte già sconfitta
- Nessuna esperienza ad alto livello
- Poche risorse e pochissima forza del partito
- Programma soprattutto concentrato sulle questioni ambientali
Cavolo Davide, un resoconto pressoché perfetto. Giusto oggi leggevo sull'Espresso una lunga intervista a Dilma Roussef in cui venivano spiegate le stesse cose che dici tu. Ottimo lavoro.
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